L'idea del Concerto e il programma


L'idea del Concerto

di Giulia Pasquazi Berliri

Perché “Suoniamo Italiano”? Perché trovo che l’imperante e dilagante esterofilia debba essere mitigata – specie nel campo della musica classica – dalla consapevolezza che nella musica, come nell’arte in genere, l’Italia non abbia rivali! La musica quando è grande è imperitura.
La musica ha i sette spiriti come la mitologica figura ebraica del Golem, il gigante di argilla forte e resistente alla pari della linfa vitale che a noi permette di crescere e anche a volte di guarire!
Golem and Loew Il Golem era dotato di una straordinaria forza ed eseguiva alla lettera gli ordini del suo creatore di cui diventava una specie di schiavo; tuttavia era incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché era privo di un'anima. Il compositore è il padrone, colui che pensa e realizza, colui che “anima” la musica, colui che compie la magia di fare provare emozioni, colui che rende imperiture le sue opere che resistono all’usura del tempo proprio come il Golem che trae vita dal nome delle lettere che gli vengono o scritte in fronte o su un foglio. Nella Polonia del '600 la leggenda, documentata in una lettera datata 1674, raccontava di un Golem che crebbe a dismisura, diventando una minaccia ingovernabile per il suo padrone. Allora questi, il Rabbi Elija , pretese che il Golem gli togliesse le scarpe e, nel mentre gli cancellò dalla fronte l'aleph. Il Golem 'morì' e ricadde su se stesso, travolgendo però il Rabbi con la sua massa informe. Le note di uno spartito fanno altrettanto: sbiadiscono, si cancellano ma fanno vivere la musica di un compositore per sempre, oltre la sua vita, perchè le note vergate sul pentagramma gli sopravvivono comunque e riescono a renderlo immortale.

La musica un po’ come la poesia è nata con l’uomo. Infatti quando il nostro animo è pervaso da forte commozione, spesso il primo desiderio è quello di esprimere tale turbamento nel canto, ora allegro ora triste. Naturalmente come l’uomo stesso e ogni sua espressione e manifestazione , anche la musica è andata via via progredendo nel corso dei secoli. Oggi in qualsiasi negozio di dischi c’è sempre una sezione dedicata alla musica classica, ma ci siamo mai chiesti cosa s’intende realmente per musica classica o ci si accontenta di indicare con questo termine qualcosa di vecchio e superato? In etimologia “classico” significa invece qualcosa che serve da modello. Nessun compositore ha mai prodotto musica classica. Ha scritto, ha proposto, ha suonato musica contemporanea del suo tempo. Gli stessi componimenti sono diventati classici nel momento che altri artisti hanno abbandonato progressivamente le regole di composizione tradizionali per crearne di nuove. In poche parole il termine musica classica oggi indica tutta la musica colta che si sviluppa fino ai nostri giorni. giorni. Il secolo XVIII fu caratterizzato da una particolare musica classica, quella operistica. Basti dire che è proprio in questo secolo che sorsero in Europa i maggiori teatri e in Italia vennero costruiti Teatro San Carlo il San Carlo di Napoli, il Regio di Torino, il Comunale di Bologna, La Scala di Milano e la Fenice di Venezia e questo periodo storico fu uno dei maggiormente fortunati per la musica operistica nazionale. Si deve infatti esclusivamente all’Italia la creazione di una nuova forma di spettacolo musicale che ebbe ben presto grande successo. Si tratta dell’opera buffa, dovuta allo spirito inventivo di quei poeti e musicisti che formarono la cosiddetta “scuola napoletana” e che, attraverso l’opera buffa, mettevano in scena i casi più ridicoli che si possono verificare nella vita di ogni giorno. Teatro La Fenice La Scala di Milano e la Fenice di Venezia e questo periodo storico fu uno dei maggiormente fortunati per la musica operistica nazionale. In Italia durante il XIX secolo i migliori musicisti che si dedicarono esclusivamente alla musica operistica furono Rossini, Donizetti, Bellini e Verdi che, sicuramente, è il più grande compositore di musica operistica che abbia mai avuto l’Italia. Ma ve ne furono tanti altri e l’elenco è davvero lungo come si può facilmente verificare dai numeri della Banca Dati del CIDIM - Comitato Nazionale Italiano Musica: oltre 20 compositori celebri in poco più di cent’anni, fra il 1782 al 1900.

Torniamo all’antico e sarà un progresso” scriveva Verdi in chiusura di una lettera inviata il 5 gennaio 1871 a Francesco Florimo, compagno di studi e amico devoto di Vincenzo Bellini: non a caso mi sono servita proprio di questa sua convinzione – che mi appartiene in pieno - per la presentazione di questo prossimo concerto al Quirino. La smania di cancellare il passato è un altro imperativo categorico del nostro tempo, a mio avviso una follia e, in quanto tale insensata e da scoraggiare con determinazione. Proprio Verdi, in un’altra lettera del 20 aprile 1878 - ma questa volta indirizzata alla nobildonna e mecenate Clara Maffei - sosteneva quanto “è assurdo e stupido che si rinunci per moda, per smania di novità, per affettazione di scienza, si rinneghi l'arte nostra, il nostro istinto, quel nostro fare sicuro spontaneo naturale sensibile abbagliante di luce”. Con questo spirito ho inteso realizzare questo concerto: un inno alle pagine fra le più belle della musica italiana di sempre.


Programma del concerto

Prima parte



Antonio Salieri (1750-1825)

Sinfonia Prima la musica e poi le parole

Salieri - Prima la musica e poi le parole


Luigi Cherubini (1760-1842)

Ouverture Medea

Cherubini - Medea


Pietro Mascagni (1863-1945)

Intermezzo Cavalleria rusticana

Mascagni - Cavalleria rusticana


Saverio Mercadante (1795-1870)

Sinfonia I due Figaro

Saverio Mercadante - I due Figaro


Gaetano Donizetti (1797-1848)

Ouverture Roberto Devereux

Donizetti - Roberto Devereux

Seconda parte



Gioacchino Rossini (1792-1868)

Ouverture Semiramide

Rossini - Semiramide


Gaspare Spontini (1774 - 1851)

Ouverture La Vestale

Spontini - La Vestale


Giacomo Puccini (1858-1924)

Intermezzo Manon Lescaut

Puccini - Manon Lescaut


Vincenzo Bellini (1801-1835)

Sinfonia Norma

Bellini - Norma


Giuseppe Verdi (1813-1901)

Ouverture Un giorno di regno

Verdi -Un giorno di regno