Ecco chi ha contribuito alla realizzazione di questo evento.
 


Giulia Pasquazi Berliri

Giulia Pasquazi berliri Nata a Roma nel 1950 vive fra Roma e l'Alto Adige, avendo scelto Brunico come sua città elettiva. Ha concluso nel 2010 la sua attività lavorativa come dirigente nella Pubblica Amministrazione e si è quindi dedicata agli studi teologici – tuttora in corso -proseguendo anche la sua attività come Infermiera Volontaria della Croce Rossa, attività che si era interrotta a seguito del matrimonio prima e degli impegni istituzionali poi, essendo stata anche eletta sia consigliere che, successivamente, Presidente del I Municipio di Roma-Centro Storico (1997-2001).
Amante della musica classica, si definisce "melomane per costituzione" e "verdiana oltre misura" e al momento si dedica con passione all'apprendimento della fisarmonica.

L'idea del Concerto

Benjamin Britten ci ha lasciato una descrizione inusuale di come nasce l'ispirazione per realizzare una delle forme di spettacolo più complesse: l'opera lirica. E lo ha fatto con una semplicità e un'eleganza sconvolgente. Con il suo collaboratore-librettista Eric Croizer, ha infatti congegnato un meccanismo che prevede inizialmente il coinvolgimento di un ristretto numero di persone e poi, man mano che la creazione della messa in scena va avanti, il gruppo si dilata, sino ad arrivare ad un coinvolgimento esponenziale.
Perché parlo di Britten? Perché se è vero che il nucleo ispiratore di questo concerto, per me che sono lontana anni luce dalla genialità di Britten e di Croizer, è stato non la desolazione e l'accorata denuncia degli orrori della morte che il suo War Requiem propone e scava in profondità, bensì la dimensione religiosa che promette salvezza, che confida in un premio ultraterreno che non lascia solo spazio alla disperazione e all'angoscia, è altrettanto vero che - solo dopo l'ascolto di questa sua opera - ho sentito il bisogno sempre crescente di coinvolgere altre persone in questa dimensione cristiana, in questa celebrazione di estrema giustizia e uguaglianza, in questo confidare e credere che nulla di umano, viziato e assetato di vendetta ci attende alla fine dei tempi. Ecco che man mano che passa il tempo, il tema del Giudizio finale che inizialmente mi aveva coinvolta solo emotivamente sia con le immagini accese e ricche di pathos riprese dalla pittura, sia con l'ascolto incalzante e potente della musica dei Requiem più conosciuti, è diventato un motivo di aggregazione, di discussione, di studio con chi mi circondava e mi circonda.
Mai poi come in questi ultimi anni si è riproposto, come già era accaduto prima dell'anno Mille, il timore per un'imminente fine del mondo e ciclicamente questo argomento dà agio a congetture, a invenzioni esorcistiche e ad esasperazioni che comunicano ben altro che fiducia e speranza. Era il momento, mi sono detta, di dar fiato alle trombe, di veder comporsi e realizzare un mio desiderio: far eseguire, per la prima volta in un unico concerto, i più celebri Dies irae degli autori di tutti i tempi.
La musica permette di distaccarsi dal mondo, di riflettere, di udire quello che è dentro di noi e alle volte riesce anche a metterci in stretto contatto con Dio. Perché allora non servirsi della musica per un esame di coscienza? E quale musica più del Dies irae riesce a farci ragionare sulla pochezza di certi atteggiamenti umani nei confronti di quel tempo senza fine, chiamato eternità, che ha inizio alla fine di tutti i tempi terreni, un tempo inimmaginabile per l'uomo perché né la gioia potrà mai avere fine, né la disperazione potrà mai beneficiare di una tregua? E poi, in un anno come questo, che è stato proclamato l'anno della fede da Benedetto XVI, c'è forse una motivazione maggiore a cercare di riflettere sulla nostra vita, a ricordare a tutti - e a noi per primi - la sovranità di Dio, giudice si, ma anche padre e amico dell'uomo. E poi c'è un'altra motivazione altrettanto importante, il non far cadere nell'oblio ciò che caratterizza la nostra vita: credere. È un'occasione per tutti noi, perché nel cammino di fede, spesso in salita e con ostacoli, possiamo sentire comunque la necessità di rinvigorire il passo, divenuto a volte lento e stanco, per riuscire così a rendere la testimonianza più incisiva.
Ho pensato che un concerto di soli Dies irae potesse regalare suggestioni e provocare stati d'animo particolari, al di là di qualsiasi confessione e pratica religiosa. Porsi degli interrogativi e riflettere fa parte dell'uomo e la musica, ancor più se di qualità, contribuisce a facilitare e a sostenere le scelte di ognuno specie se ci si accosta ad essa con disponibilità, apertura e umiltà. La musica sacra poi ha una marcia in più: cattura anche nell'indifferenza e tocca anche le corde più arrugginite.


Peter C. Glidewell

Peter Glidewell Peter C. Glidewell è nato a Roma nel 1957, nel ’77 si trasferisce a Londra, dove studia al Sotheby’s Institute of Art, per poi occuparsi del reparto valutazioni e quadri antichi della stessa casa d’aste. Negli anni ‘80 è stato assistente del M° Franco Mannino come organizzatore e coordinatore di concerti in Canada, ex Unione Sovietica, Giappone, Filippine, Malesia e Cina. In seguito diviene consulente della R.T.I.D. (Rete Televisiva Italiana Distribuzione, oggi Rete 4) per il settore filmati televisivi. Promotore e direttore della Galleria Caylus di Madrid, dal 1986 ha organizzato - curandone i relativi cataloghi - numerose mostre sull’arte europea dei secoli XV-XX. Fondatore nel 1999 e membro del Consiglio di amministrazione della Fundación Arte Hispánico con sede a Madrid - editrice di testi di storia dell’arte e di sostegno alle ricerche storico-artistiche - successivamente diviene membro sostenitore della Fundación Amigos del Museo del Prado. Dal 2001 al 2005 è stato sia membro del Comitato Scientifico del Museo della Musica di Bologna, su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che Consigliere del Ministro per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) e consulente dello stesso MiBAC per la politica museale. Fino al 2011 è stato membro del Consiglio di amministrazione dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO). Attualmente è docente nel Master sui Beni Culturali della Libera Università di Lingue e Comunicazione – IULM.


M° Paolo Falconi

Paolo Falconi Il Maestro Paolo Falconi si è diplomato nel 1978 presso il Conservatorio di Santa Cecilia e successivamente, dopo aver proseguito gli studi di organo e composizione, ha perfezionato la disciplina liturgico-musicale presso il PIMS – Pontificio Istituto di Musica Sacra, fondato da san Pio X nel 1910 e che Pio XII, con la costituzione apostolica Deus scientiarum Dominus (24 maggio 1931), incluse tra le università e facoltà pontificie.
Dal 1989 al 2007 è stato presidente dell'Organaria Romana, specializzata nel recupero e restauro di numerosi organi sia nel Lazio che in Toscana (Duomo di Tivoli, Pontificio Seminario Minore, Santuario S.M. del Sasso di Bibbiena). Attualmente alterna l'attività concertistica all'insegnamento.
Nel 2010 ha fondato la Filarmonica Prenestina.

Orchestra e Coro della Filarmonica Prenestina

Filarmonica Prenestina È stata fondata nel 2010 dal Maestro Paolo Falconi, con l'intento di costituire un'orchestra che abbia a cuore di diffondere la musica classica nelle periferie e in tutte quelle situazioni e luoghi in cui si vive un disagio sociale e sanitario, come ospedali, case di cura per lungodegenze, istituti di riabilitazione, comunità e centri di recupero e aggregazione.
Il progetto "Mozart in corsia" - volto a portare serenità e conforto ai lungodegenti e ai malati più gravi - è in fase di realizzazione.

Le voci soliste del Concerto:
- soprano ROSITA TASSI
- mezzosoprano DANIELA CILIBERTI
- tenore EMANUEL BUSSAGLIA
- basso CARLO DI CRISTOFORO

Contatti: prenestina.fila@libero.it - Via Giuseppe Di Vittorio 5 - 00177 Roma

Prof. Claudio Strinati

Claudio Strinati Claudio Strinati è nato a Roma nel 1948, si è laureato nel 1970 con Cesare Brandi e nel 1974 ha iniziato a lavorare presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali. Per undici anni, fino al luglio del 2009, è stato Soprintendente per il Polo Museale Romano. Tra le tante esposizioni da lui ideate e realizzate con un grandissimo successo di pubblico si ricordano quella dedicata a Sebastiano del Piombo a Palazzo Venezia (Roma) nel 2008 e portata in seguito a Berlino, Il Quattrocento romano sempre nel 2008 a Roma e Caravaggio organizzata alle Scuderie del Quirinale nel 2010.
Da Soprintendente è riuscito a riorganizzare musei storici come la Galleria Borghese, Palazzo Venezia, il Vittoriano e a riaprire al pubblico Palazzo Barberini, dopo decenni di oblio. Altro suo merito è di aver proceduto al restauro e alla catalogazione delle opere d'arte di Roma e del Lazio, mettendole a disposizione degli studiosi attraverso un sistema informatico che è in costante sviluppo.
Lunghissima la lista delle pubblicazioni, tra libri di storia dell'arte e contributi di carattere scientifico comparsi in riviste specializzate, italiane e straniere. Tra i libri più recenti, un ciclo di volumi dal titolo Il mestiere dell'artista, editi da Sellerio, che ripercorrono la storia dell'arte italiana dal Trecento a oggi. Nel 2010, con l'editore Skira, è stata pubblicata l'opera da lui ideata su I Caravaggeschi, risultato di lunghi anni di lavoro in collaborazione con Alessandro Zuccari. Sempre nel 2010 sono stati pubblicati due imponenti volumi, il primo su Raffaello, edito da Scripta maneant, il secondo su Bronzino edito da Viviani.
Gli interessi di Claudio Strinati oltre alle arti figurative comprendono anche la musica, di cui è grande esperto, tanto da curare una rubrica settimanale sul Venerdì di Repubblica.


M° Valeer De Vlam

Valeer De Vlam Ha iniziato gli studi musicali presso il Conservatorio Municipale di Bruges, sua città natale e vi ha completato i corsi di solfeggio, musica, tromba e voce.
Ha continuato i suoi studi presso il Conservatorio Reale di Gand e ha vinto premi di teoria musicale, arte vocale e lirico.
In seguito ha studiato canto, armonia e pianoforte al Conservatorio Reale di Bruxelles, e contemporaneamente ha preso lezioni private di canto a Monaco di Baviera con il prof. M. Borocheck e a Colonia con Prof. Glettenbergh. Inoltre, ha partecipato a diverse sessioni estive in Svizzera e in Germania per la direzione corale, orchestrale e cinematica.
Durante i suoi studi al Conservatorio di Gand, ha lavorato sia come solista del coro alla Royal Opera di Gand, che come insegnante di canto fino a completare la sua formazione vocale e classe corale presso l'Accademia di Musica, Teatro e Danza di Zaventem e Sint-Pieters-Woluwe.
Oggi è in pensione e può dedicarsi completamente ai due cori da lui fondati e di cui è direttore: il Coro Erasmus Anderlecht e l'Omnia Cantica a Zaventem.